«L’ignoble me plaît. C’est le sublime d’en bas. Quand il est vrai, il est aussi rare à trouver que celui d’en haut.» (trad. it. «L’ignobile mi piace. È il sublime dal basso. Quando è vero, è raro da trovare come quello dall’alto.»)

Gustave Flaubert, Lettera a Louise Colet, 4 settembre 1846

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Dappertutto si spandeva il popolo in vacanza. Si metteva in mostra, se la godeva. Era una di quelle festività sulle quali da sempre fanno conto i saltimbanchi, i giocolieri, gli ammaestratori di animali e i venditori ambulanti per compensare i periodi magri dell’anno. In quei giorni ho l’impressione che il popolo si dimentichi di tutto, sia del dolore sia del lavoro, e che diventi come un bambino. Per i più piccoli è un giorno di vacanza, è l’orrore della scuola che viene rimandato di ventiquattr’ore.

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Il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti (CNOG), per il triennio 2020-2022, ha prodotto un corso di aggiornamento intitolato “Concetti e strumenti per una nuova professionalità del giornalista”. Nonostante il collega che lo ha tenuto sia preparato e abbia svolto con dignità il proprio lavoro, la nuova professionalità promossa nel corso non è quella di giornalista ma di comunicatore. Il corso quindi non forma a una nuova professionalità, ma induce a confondere il mestiere di giornalista con un’altra professione.

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In teoria della letteratura, è detta intertestualità la rete di relazioni che il singolo testo ha con altri testi dello stesso autore (intertestualità interna) o con modelli letterarî impliciti o espliciti (interstualità esterna), sia coevi sia di epoche precedenti.» (Treccani)

Un esempio di intertestualità esterna è la rete di relazioni che i Canti di Leopardi hanno con il Canzoniere di Petrarca.

L’intertestualità interna, considerando l’intero corpus di testi dello stesso autore come un’unica opera omnia, può essere definita anche intratestualità. In genere, però, l’analisi intratestuale si riferisce all’analisi di strutture lingustiche all’interno di una singola opera dell’autore.

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La presente scheda, seppur integrata con ulteriori fonti, è tratta dal sito della Zanichelli.

Nei suoi Saggi di linguistica generale (1966), Roman Jakobson, ispirandosi alla teoria matematica della comunicazione di Shannon e Weaver, formulò una teoria della comunicazione che schematizza il processo linguistico e ne identifica gli elementi fondanti, ovvero quei fattori chiave che ricorrono in ogni forma di interazione umana, senza i quali non avviene nessuna comunicazione.

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