Scrive Tucidide: «Minosse infatti fu il più antico di quanti conosciamo per tradizione ad avere una flotta e a dominare per la maggior estensione il mare ora greco, a signoreggiare sulle isole Cicladi e a colonizzarne la maggior parte dopo aver scacciato da esse i Cari e avervi stabilito i suoi figli come signori. Ed eliminò per quanto poté la pirateria del mare, come è naturale, perché meglio gli giungessero i tributi. Giacché i Greci anticamente e, tra i barbari, quelli che sono costieri e abitano nelle isole, da quando avevano cominciato ad attraversare più frequentemente il mare per recarsi gli uni dagli altri, si erano dati alla pirateria* sotto la guida dei più abili, in cerca di guadagno per sé e di nutrimento per i più deboli. E, assalendo le città che erano senza mura e disperse in villaggi, le saccheggiavano e così si procuravano la maggior parte dei loro mezzi di sussistenza, senza ancora vergognarsi di questo modo di agire, il quale anzi portava loro perfino una certa gloria. Anche ora lo dimostrano alcuni popoli della terraferma, per i quali è un onore esercitare con successo la pirateria, e lo dimostrano gli antichi poeti nelle domande che senza eccezione facevano rivolgere dappertutto a coloro che sbarcavano, vale a dire se erano pirati. Giacché gli uni non respingevano come indegno quel fatto di cui gli altri li interrogavano e gli altri, che avevano interesse a sapere questa cosa, non la biasimavano. Ma anche in terra praticavano reciprocamente la pirateria, e anche ora in molte parti della Grecia si vive alla maniera antica, presso i Locresi Ozoli, gli Etoli, gli Acarnani e i paesi di terra ferma situati da quelle parti. A questi popoli continentali è rimasta, dall’antica abitudine alla pirateria, l’abitudine di andare armati.» (Tucidide, La guerra del Peloponneso, I, 4-5, trad. di Claudio Moreschini, in Erodoto, Storie, Tucidide, La guerra del Peloponneso, BUR, Milano 2008).
Fonti greche
Filippo II di Macedonia alla conquista della Grecia | Videolezione
Videolezione di Storia sul periodo che va dalla fine dell’egemonia tebana (362 a.C.) e all’incoronazione di Filippo II (360 a.C.) fino alla sua morte (336 a.C.). Un periodo fondamentale della storia greca e mondiale, dato che Filippo II fu il padre di Alessandro Magno ed ebbe tra i suoi sostenitori e avversari i più grandi oratori di tutti i tempi (Isocrate e Demostene).
NOTA BENE La pronuncia esatta di pezeteri è pezetèri. Pezeteri deriva dal gr. πεζέταιροι, propriamente «compagni a piedi (del re)», composto di πεζός «fante» e ἑταῖρος «compagno».
La videolezione è pensata e strutturata per abituare gli studenti a prendere appunti, creare una linea del tempo e una mappa concettuale.
Approfondimenti
Qui si può scaricare un PDF con un estratto della Terza Filippica, accompagnato dall’analisi della fonte (da Limes 1).