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Esercitazioni

Nel biennio delle scuole superiori lo studio della Storia e della Geografia prevede l’acquisizione di competenze basilari sull’uso delle fonti e sull’elaborazione dei dati.

Ho creato una videoguida sull’uso delle fonti primarie e l’elaborazione dei dati per creare tabelle e diagrammi, partendo dal fenomeno storico che tutti noi stiamo vivendo: la pandemia provocata dal Coronavirus. Ho focalizzato l’attenzione sulla provincia di Ancona dove è collocata la scuola in cui attualmente presto servizio.

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Progetto didattico sulla Storia delle Banche

Ricerca di Emma Rossi (classe 2^E, Liceo Scientifico “Galilei”, Ancona, a.s. 2017-2018), scaricabile qui.

Percorso didattico

La finanza domina il mondo. Occorre conoscerne la storia.

Qual è l’origine delle banche? Quando e dove nascono? Come si sviluppano?

Studiando la storia nei manuali scolastici, il termine banca può apparire in epoca sumera, in riferimento ai depositi di beni nel tempio-magazzino, o in epoca greca, a proposito dei trapeziti. Nel primo volume di Limes appare nel capitolo dedicato all’epoca di Alessandro Magno, dove troviamo scritto: «L’economia monetaria stimollò […] la fioritura della banca privata» (pp. 261-262).

Il tema delle banche è un argomento che si affronta nel biennio del ciclo secondario superiore, quando si parla della classe dei cavalieri in epoca romana e della globalizzazione in geografia. Occorre dunque trovare le fonti giuste per conoscere la definizione esatta di banca e la sua storia, nell’antichità (da Alessandro a Carlo Magno) e nella contemporaneità (tra prima e seconda globalizzazione).

Occorre costruire un percorso di storia economica che consenta agli studenti e alle studentesse del biennio di conoscere la storia delle banche. Invece di crearlo noi, possiamo usare il tema per sviluppare le competenze di storia, relative all’uso delle fonti, e per fornire un possibile argomento di approfondimento.

Se continuate a leggere, troverete un percorso didattico per guidare gli allievi nella ricerca e creare una bibliografia per l’approfondimento in vista di una relazione da affidare a un allievo curioso.

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Foto mietituraCon le classi 1^ E e 1^ F del Liceo Scientifico Galilei di Ancona stiamo realizzando un ebook, intitolato La vita era durissima. Testimonianze sulla vita nei campi nelle Marche e in altre zone del mondo a metà del 1900, nato dalle ricercazioni effettuate dalle classi stesse e da me coordinate, negli scorsi mesi.

Prima di pubblicare la versione definitiva dell’ebook, occorre correggere le bozze. Mantenendo il metodo laboratoriale e cooperativo che ha caratterizzato tutto il lavoro, saranno le classi stesse alla correggere i propri elaboratori, con la mia supevisione. Le classi procederanno quindi in questo modo: ciascun autore/autrice correggerà il proprio testo, segnalando gli eventuali errori con un’email al docente; ogni testo sarà corretto anche dal compagno o dalla compagna di banco dell’autore. Gli errori vanno segnalati in un documento in formato .doc o .rtf, in cui indicare, per ogni errore:

  • il numero di pagina
  • NON la parte da cambiare MA la parte giusta

Esempio: p. 52 NON spessooi contadini MA spesso i contadini

I documenti word, contenenti tutti gli errori, vanno allegati all’email da spedire all’indirizzo rovesciamenti@gmail.com

Chiunque volesse partecipare alla correzioni, è benvenuta/o!

Trovate il pdf da correggere qui.

[Quanti sanno che esiste un anfiteatro romano ad Ancona? Pochi. Eppure è uno dei più grandi anfiteatri a picco sul mare di tutto il Mediterraneo. Perché così pochi lo conoscono, allora, soprattutto fra i suoi abitanti? Lo scopriremo grazie ai miei allievi e alle mie allieve delle classi 1^ E, 1^ F, 2^ C e 2^ F del Liceo Galilei di Ancona. Il loro compito consisteva nel vedere con i propri occhi e fotografare una fonte primaria, non scritta, materiale, archeologica, che testimonia la dominazione romana sul capoluogo marchigiano: l’anfiteatro romano, appunto, la cui costruzione iniziò circa duemila anni, sotto il principato di Augusto, e fu modificata circa un secolo dopo, all’epoca dell’imperatore Traiano. Armati di smartphone e di fotocamere, i ragazzi e le ragazze sono andati a visitarlo, da soli. Di seguito trovate le foto di un allievo della 2^ F.]

SegnalePerché l’anfiteatro è così poco conosciuto? Innanzitutto, i miei allievi e le mie allieve hanno notato che ci sono pochi segnali, come quello sopra, che ne indicano la presenza.

Erbacce e impalcatureInoltre, i resti non si vedono bene, perché sono coperti di erbacce, e sono sovrastati da impalcature, sul lato verso il Duomo e il Colle Guasco, come testimonia la foto scattata dal giovane reporter.

CancelloInfine, come si nota da questa foto presente nel sito del Museo Archeologico delle Marche, un cancello perennemente chiuso sbarra la strada e la vista a quanti, per caso o grazie ai rari segnali o alle guide turistiche, fossero riusciti a raggiungere il sito. Insomma, l’anfiteatro romano di Ancona, che per la sua posizione e la sua grandezza potrebbe attirare alcune fra le migliaia di visitatori che ogni giorno arrivano al porto di Ancona, è chiuso al pubblico.

Pannello informativoE i curiosi che ne volessero sapere di più, in attesa di poterlo visitare, avrebbero un unico pannello informativo a disposizione, ma al di là del cancello, quindi impossibile da vedere. Per scattare la foto, infatti, il mio allievo ha dovuto alzare l’apparecchio sopra il cancello.

Che fare, quindi? Prima di tutto occorreva documentare, ma, ora che sappiamo qual è lo stato delle cose, occorre agire.

Dimenticato per secoli, l’anfiteatro è stato riscoperto all’inizio del 1800, ma gli scavi della Soprintendenza sono cominciati solo nel 1932 e ci è voluto un terremoto, nel 1972, perché arrivassero i fondi ministeriali, che hanno permesso di portare alla luce l’intero sito. A distanza di 83 anni dall’inizio degli scavi e di 43 dalla loro ripresa non è forse giunto il tempo di pulire, sistemare come si deve e aprire al pubblico questa fondamentale fonte di conoscenza e attrazione turistica? Sì, certo, per cui Comune, Regione e Soprintendenza dovranno accordarsi, affinché l’apertura permanente dell’anfiteatro romano di Ancona sia effettuata al più presto. Sono le nuove generazioni a chiedere questa apertura, perché una città con il suo antico anfiteatro aperto e accessibile è una città più bella, più consapevole, più attrattiva, una città che grazie alla riscoperta del suo passato riesce a proiettarsi meglio nel futuro.

[Pubblico la seconda di una serie di ricostruzioni storiche sul primo giorno di scuola di persone anziane, intervistate da mie allieve e allievi delle classi 1^ E e 1^ F del Liceo scientifico “Galilei” Ancona. VC]

Straniero_Primo giorno di scuola di un anziano.docMio nonno materno, Romano De Angelis, ha frequentato Ragioneria all’istituto Benvenuto Stracca di Ancona, dove è nato. Il suo primo giorno di scuola superiore risale al settembre del 1950. Nonostante siano passati molti anni i ricordi di mio nonno non sono troppo offuscati.

Al tempo la scuola si trovava in via Podesti, dove oggi c’è un ricovero per anziani. Mio nonno abitava nelle vicinanze del Monumento ai Caduti e per arrivare a scuola era necessario prendere il filobus che arrivava fino in piazza Roma, per poi fare un ulteriore tratto a piedi. Tuttavia usufruì poche volte di questo mezzo pubblico poiché nelle giornate, ma soprattutto negli anni successivi, prese l’abitudine di svegliarsi presto per andare a piedi, nonostante si trattasse di un percorso di quasi 2 km. Mio nonno frequentò la 1^ C: la sua aula si trovava al pian terreno (in tutto la scuola aveva 4 piani) e per arrivarci occorreva attraversare i giardini interni dell’edificio. Read More

[Pubblico la prima di una serie di ricostruzioni storiche sul primo giorno di scuola di persone anziane, intervistate da mie allieve e allievi delle classi 1^ E e 1^ F del Liceo scientifico “Galilei” Ancona. VC]

Il mio vicino di casa, Clemente, che ha 90 anni, mi ha raccontato il suo primo giorno di scuola elementare, nel 1935, nella scuola di Polverigi, durante la dittatura di Mussolini. Clemente, il primo giorno di scuola, venne accompagnato da sua mamma e dovettero fare ben due chilometri di strada a piedi. Le strade non erano come quelle di oggi, asfaltate e lisce: c’era il fango e per di più quel giorno aveva piovuto. Ricorda di aver indossato le sue scarpe di legno, che non erano per niente comode e per di più si erano anche bagnate a causa del maltempo.

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