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Fonti

Chi studia la storia dello scontro tra i franchi e i longobardi in Italia, viene a sapere che il racconto dell’assedio di Pavia ad opera di Carlo Magno si deve a Noctaro Balbulo. Tuttavia, se si cerca su Google Noctaro Balbulo si trova un solo risultato.

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Lo stesso accade se si cerca nel Catalogo nazionale delle biblioteche italiane, inserendo il nome di Noctaro Balbulo nello spazio riservato all’autore o in quello riservato al soggetto.

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Perché? Noctaro Balbulo è il nome italianizzato di Notker Balbulus, abate del convento di San Gallo, in Svizzera, che verso l’anno 883 compilò le Gesta Karoli Magni.

Ecco dunque il famoso racconto dell’apparizione dei franchi a Pavia, avvenuta nell’ottobre del 774 e documentata cento anni dopo dall’abate Notker I di San Gallo, detto il balbuziente. Lo stupore per tutto il ferro che indossa il re Carlo Magno e che barda i suoi cavalieri è dovuto alla scarsità del metallo nell’Alto Medioevo, detto anche “età del legno”. Read More

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Videolezione di Storia sul periodo che va dalla fine dell’egemonia tebana (362 a.C.) e all’incoronazione di Filippo II (360 a.C.) fino alla sua morte (336 a.C.). Un periodo fondamentale della storia greca e mondiale, dato che Filippo II fu il padre di Alessandro Magno ed ebbe tra i suoi sostenitori e avversari i più grandi oratori di tutti i tempi (Isocrate e Demostene).

NOTA BENE La pronuncia esatta di pezeteri è pezetèri. Pezeteri deriva dal gr. πεζέταιροι, propriamente «compagni a piedi (del re)», composto di πεζός «fante» e ἑταῖρος «compagno».

La videolezione è pensata e strutturata per abituare gli studenti a prendere appunti, creare una linea del tempo e una mappa concettuale.

Approfondimenti

Qui si può scaricare un PDF con un estratto della Terza Filippica, accompagnato dall’analisi della fonte (da Limes 1).

Nel biennio delle scuole superiori lo studio della Storia e della Geografia prevede l’acquisizione di competenze basilari sull’uso delle fonti e sull’elaborazione dei dati.

Ho creato una videoguida sull’uso delle fonti primarie e l’elaborazione dei dati per creare tabelle e diagrammi, partendo dal fenomeno storico che tutti noi stiamo vivendo: la pandemia provocata dal Coronavirus. Ho focalizzato l’attenzione sulla provincia di Ancona dove è collocata la scuola in cui attualmente presto servizio.

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Nella sua opera La guerra del Peloponneso, dal capitolo 47 al capitolo 54 del libro secondo, Tucidide ricostruisce la Peste di Atene. Sono pagine da leggere attentamente, soprattutto oggi, durante l’epidemia da Coronavirus. Si possono leggere nel pdf, contenente tutta La guerra del Peloponneso, messo a disposizione dalla rivista online Senecio qui.

Avete mai letto un Vangelo per intero? Nessuno dei miei allievi cattolici lo ha mai letto, eppure hanno seguito per anni la messa e le lezioni del catechismo. Girolamo, che tradusse la Bibbia dal greco al latino, affermò: «L’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo». Com’è possibile allora che i giovani che hanno conseguito la Comunione e la Cresima non abbiano mai letto per intero neanche un Vangelo? È un problema non solo per i fedeli della Chiesa Cattolica ma per tutta la popolazione italiana, che in maggioranza si riconosce nella tradizione cristiana. Read More

Progetto didattico sulla Storia delle Banche

Ricerca di Emma Rossi (classe 2^E, Liceo Scientifico “Galilei”, Ancona, a.s. 2017-2018), scaricabile qui.

Percorso didattico

La finanza domina il mondo. Occorre conoscerne la storia.

Qual è l’origine delle banche? Quando e dove nascono? Come si sviluppano?

Studiando la storia nei manuali scolastici, il termine banca può apparire in epoca sumera, in riferimento ai depositi di beni nel tempio-magazzino, o in epoca greca, a proposito dei trapeziti. Nel primo volume di Limes appare nel capitolo dedicato all’epoca di Alessandro Magno, dove troviamo scritto: «L’economia monetaria stimollò […] la fioritura della banca privata» (pp. 261-262).

Il tema delle banche è un argomento che si affronta nel biennio del ciclo secondario superiore, quando si parla della classe dei cavalieri in epoca romana e della globalizzazione in geografia. Occorre dunque trovare le fonti giuste per conoscere la definizione esatta di banca e la sua storia, nell’antichità (da Alessandro a Carlo Magno) e nella contemporaneità (tra prima e seconda globalizzazione).

Occorre costruire un percorso di storia economica che consenta agli studenti e alle studentesse del biennio di conoscere la storia delle banche. Invece di crearlo noi, possiamo usare il tema per sviluppare le competenze di storia, relative all’uso delle fonti, e per fornire un possibile argomento di approfondimento.

Se continuate a leggere, troverete un percorso didattico per guidare gli allievi nella ricerca e creare una bibliografia per l’approfondimento in vista di una relazione da affidare a un allievo curioso.

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#INVASIONE

Proposta di esercizio

Materie interessante: Storia, Geografia, Cittadinanza, Italiano, Arte.

Premessa

La parola “invasione” ha un ampio significato, che risale a millenni fa e spazia fra gli Stati e i continenti: dalle Guerre persiane, in cui si impone la parola “barbaro” in riferimento all’Impero persiano che invase le città greche dell’Asia minore, alle “invasioni barbariche” dell’Impero romano, dalle invasioni della Cina da parte dei Mongoli alle invasioni militari della Germania nazista e dell’Italia fascista fino alle migrazioni contemporanee, chiamate “invasioni” soprattutto dagli Europei, non solo in Italia (vedi titoli come L’invasione dei migranti del quotidiano «Il Giornale») ma anche nel Regno Unito (vedi articoli di giornali come il Sunday Express), in Polonia (dove temono l’invasione dei jihadisti) e altrove. Read More

Foto mietituraCon le classi 1^ E e 1^ F del Liceo Scientifico Galilei di Ancona stiamo realizzando un ebook, intitolato La vita era durissima. Testimonianze sulla vita nei campi nelle Marche e in altre zone del mondo a metà del 1900, nato dalle ricercazioni effettuate dalle classi stesse e da me coordinate, negli scorsi mesi.

Prima di pubblicare la versione definitiva dell’ebook, occorre correggere le bozze. Mantenendo il metodo laboratoriale e cooperativo che ha caratterizzato tutto il lavoro, saranno le classi stesse alla correggere i propri elaboratori, con la mia supevisione. Le classi procederanno quindi in questo modo: ciascun autore/autrice correggerà il proprio testo, segnalando gli eventuali errori con un’email al docente; ogni testo sarà corretto anche dal compagno o dalla compagna di banco dell’autore. Gli errori vanno segnalati in un documento in formato .doc o .rtf, in cui indicare, per ogni errore:

  • il numero di pagina
  • NON la parte da cambiare MA la parte giusta

Esempio: p. 52 NON spessooi contadini MA spesso i contadini

I documenti word, contenenti tutti gli errori, vanno allegati all’email da spedire all’indirizzo rovesciamenti@gmail.com

Chiunque volesse partecipare alla correzioni, è benvenuta/o!

Trovate il pdf da correggere qui.

Cerca le informazioni su Homo Naledi a questi indirizzi:

http://www.nationalgeographic.it/scienza/2015/09/09/foto/scoperta_in_sudafrica_una_nuova_specie_di_homo-2757856/1/

http://www.treccani.it/enciclopedia/homo-naledi/

http://www.focus.it/scienza/scienze/homo-naledi-una-nuova-specie-umana-che-fara-molto-discutere

Approfondisci le questioni aperte, leggendo questo articolo:

http://www.nationalgeographic.it/multimedia/2015/09/11/video/homo_naledi_le_questioni_aperte-2761136/1/

 

[Quanti sanno che esiste un anfiteatro romano ad Ancona? Pochi. Eppure è uno dei più grandi anfiteatri a picco sul mare di tutto il Mediterraneo. Perché così pochi lo conoscono, allora, soprattutto fra i suoi abitanti? Lo scopriremo grazie ai miei allievi e alle mie allieve delle classi 1^ E, 1^ F, 2^ C e 2^ F del Liceo Galilei di Ancona. Il loro compito consisteva nel vedere con i propri occhi e fotografare una fonte primaria, non scritta, materiale, archeologica, che testimonia la dominazione romana sul capoluogo marchigiano: l’anfiteatro romano, appunto, la cui costruzione iniziò circa duemila anni, sotto il principato di Augusto, e fu modificata circa un secolo dopo, all’epoca dell’imperatore Traiano. Armati di smartphone e di fotocamere, i ragazzi e le ragazze sono andati a visitarlo, da soli. Di seguito trovate le foto di un allievo della 2^ F.]

SegnalePerché l’anfiteatro è così poco conosciuto? Innanzitutto, i miei allievi e le mie allieve hanno notato che ci sono pochi segnali, come quello sopra, che ne indicano la presenza.

Erbacce e impalcatureInoltre, i resti non si vedono bene, perché sono coperti di erbacce, e sono sovrastati da impalcature, sul lato verso il Duomo e il Colle Guasco, come testimonia la foto scattata dal giovane reporter.

CancelloInfine, come si nota da questa foto presente nel sito del Museo Archeologico delle Marche, un cancello perennemente chiuso sbarra la strada e la vista a quanti, per caso o grazie ai rari segnali o alle guide turistiche, fossero riusciti a raggiungere il sito. Insomma, l’anfiteatro romano di Ancona, che per la sua posizione e la sua grandezza potrebbe attirare alcune fra le migliaia di visitatori che ogni giorno arrivano al porto di Ancona, è chiuso al pubblico.

Pannello informativoE i curiosi che ne volessero sapere di più, in attesa di poterlo visitare, avrebbero un unico pannello informativo a disposizione, ma al di là del cancello, quindi impossibile da vedere. Per scattare la foto, infatti, il mio allievo ha dovuto alzare l’apparecchio sopra il cancello.

Che fare, quindi? Prima di tutto occorreva documentare, ma, ora che sappiamo qual è lo stato delle cose, occorre agire.

Dimenticato per secoli, l’anfiteatro è stato riscoperto all’inizio del 1800, ma gli scavi della Soprintendenza sono cominciati solo nel 1932 e ci è voluto un terremoto, nel 1972, perché arrivassero i fondi ministeriali, che hanno permesso di portare alla luce l’intero sito. A distanza di 83 anni dall’inizio degli scavi e di 43 dalla loro ripresa non è forse giunto il tempo di pulire, sistemare come si deve e aprire al pubblico questa fondamentale fonte di conoscenza e attrazione turistica? Sì, certo, per cui Comune, Regione e Soprintendenza dovranno accordarsi, affinché l’apertura permanente dell’anfiteatro romano di Ancona sia effettuata al più presto. Sono le nuove generazioni a chiedere questa apertura, perché una città con il suo antico anfiteatro aperto e accessibile è una città più bella, più consapevole, più attrattiva, una città che grazie alla riscoperta del suo passato riesce a proiettarsi meglio nel futuro.