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Democrazia

La lettera aperta che ho scritto alla Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli è stata pubblicata dal quotidiano «il manifesto» dello scorso mercoledì 20 dicembre e oggi ha provocato la risposta di un lettore, che riproduco di seguito.

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Il big bang dei partiti di massa

Dall’avvento della Repubblica nel 1946 agli anni Ottanta, i cittadini italiani hanno partecipato in massa alla vita politica, frequentando i partiti e sostenendoli. La Democrazia Cristiana (DC), il Partito Socialista Italiano (PSI) e il Partito Comunista Italiano (PCI) da soli rappresentavano circa l’80% degli elettori. All’inizio degli anni Novanta, però, questi grandi partiti di massa sono andati in crisi.

La DC e il PSI sono stati colpiti nel 1992 da Mani pulite, la grande inchiesta giudiziaria sul sistema di corruzione chiamato Tangentopoli, per cui si è scoperto che per anni grandi imprenditori avevano corrotto grandi uomini politici per avere favori personali. Il PCI si è sciolto nel 1991, in seguito alla caduta del muro di Berlino nel 1989 e alla fine dell’Unione delle repubbliche socialiste sovietiche (Urss).

I partiti che dominano oggi la scena politica italiana sono il risultato delle spaccature avvenute all’interno dei grandi partiti.

La galassia dei partiti e partitini di oggi

Centro

La DC si è scissa nel 1994 i Partito Popolare Italiano (PPI), che si è unito alle forze di Centro Sinistra, e Centro Cristiano Democratico (CCD), che si è unito alle forze di Centro Destra. Nel 2002 il PPI, assieme ad altri partiti minori, dà vita alla Margherita.

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Che differenza c’è fra la democrazia antica e la democrazia contemporanea? Come può un cittadino di oggi partecipare alla vita politica?

La democrazia greca, nata ad Atene con la riforma di Clistene (508 a.C.), prevedeva la partecipazione diretta dei cittadini al governo dello Stato, perciò viene detta democrazia diretta.

La democrazia contemporanea, che si è affermata a partire dalla rivoluzione americana del 1773-1783 e dalla rivoluzione francese del 1789 in poi, è una democrazia rappresentativa: i cittadini, infatti, non votano direttamente le leggi, come avveniva nell’assemblea greca (ecclesìa), ma eleggono i propri rappresentanti per farlo, a livello locale (consiglieri comunali e regionali) e nazionale (parlamentari).

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Passando dalla carta al web, cioè dalle Storie di Tucidide a YouTube, il celebre discorso di Pericle sulla democrazia ha subito qualche cambiamento. Vediamo cosa è successo.

Il discorso fu pronunciato dal grande Pericle, che governò Atene dal 461 al 429 avanti Cristo, per rendere omaggio ai concittadini morti nel primo anno della Guerra del Peloponneso. Il testo del discorso, con il titolo di Epitaffio o Encomio di Pericle, si trova in tutte le antologie della letteratura greca e fin qui nulla di strano.

Ecco la versione di Tucidide, tradotta da Franco Ferrari per Rizzoli, 1985, vol. I, libro II, reperibile anche online nel sito della casa editrice Zanichelli (qui):

«Abbiamo una costituzione che non emula le leggi dei vicini, in quanto noi siamo più d’esempio ad altri che imitatori. Read More