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Geostoria

“C’è un quadro di Klee che si chiama Angelus Novus. Vi è rappresentato un angelo che sembra in procinto di allontanarsi da qualcosa su cui ha fisso lo sguardo. I suoi occhi sono spalancati, la bocca è aperta, e le ali sono dispiegate. L’angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Là dove davanti a noi appare una catena di avvenimenti, egli vede un’unica catastrofe, che ammassa incessantemente macerie su macerie e le scaraventa ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e riconnettere i frantumi. Ma dal paradiso soffia una bufera, che si è impigliata nelle sue ali, ed è così forte che l’angelo non può più chiuderle. Questa bufera lo spinge inarrestabilmente nel futuro, a cui egli volge le spalle, mentre cresce verso il cielo il cumulo delle macerie davanti a lui. Ciò che noi chiamiamo il progresso, è questa bufera.” Walter Benjamin, Tesi di filosofia della storia, Scritti filosofici, Einaudi 1995, p. 80.

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Il fenomeno storico della globalizzazione, intesa come diffusione a livello globale dello scambio di capitali, merci, informazioni, persone, è iniziato alla fine del 1800, è conseguenza dell’affermazione del Capitalismo, con l’annessa ideologia del libero mercato (liberalismo), su scala mondiale, ed è suddivisibile in tre fasi.

La prima fase è caratterizzata, sul piano politico, dall’imperialismo dei Paesi coloniali, in particolare di Inghilterra, Francia, Paesi Bassi, favorito, sul piano tecnologico, dalle innovazioni della seconda rivoluzione industriale (treno, battello a vapore, motore a scoppio, elettricità).

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«Prends l’éloquence et tords-lui son cou!» (Prendi l’eloquenza e torcile il collo!) prescrisse Paul Verlaine nella sua Ars poétique (Arte poetica), scritta nel 1872 e pubblicata postuma nel 1882.

Eloquenza è un sinomino di retorica, ovvero «L’arte e la tecnica di parlare o scrivere con efficacia, in modo da persuadere e commuovere gli uditori o lettori» (Treccani). L’imperativo di Verlaine suggella la fine di una battaglia contro la retorica, inziata dal movimento romantico.

Ora, mentre stavo riascoltando la videolezione che creai durante il primo confinamento (il 3 aprile 2020) sulla nascita della retorica, mi è sorto un dubbio, che forse potrà sciogliere chi avrà letto questo articolo.

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Nel 2017 il professore di scienze politiche di Harvard Graham Allison pubblica il libro Destined for War: Can America and China Escape Thucydides’s Trap? La “trappola di Tucidide” è la metafora usata da alcuni storici contemporanei per indicare la paura, determinata dall’espansionismo di Atene, che condusse Sparta a scatenare la Guerra del Peloponneso: “Ciò che ha reso inevitabile la guerra è stata la crescita del potere ateniese e la paura che ciò ha causato a Sparta”, affermò Tucidide nel suo libro Guerra del Peloponneso. La metafora è stata usata, dunque, per analizzare la tensione tra Stati Uniti e Cina. E ora viene usata per spiegare la nuova invasione dell’Ucraina da parte della Russia, su vari giornali italiani (qui e qui).