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Letteratura

Dappertutto si spandeva il popolo in vacanza. Si metteva in mostra, se la godeva. Era una di quelle festività sulle quali da sempre fanno conto i saltimbanchi, i giocolieri, gli ammaestratori di animali e i venditori ambulanti per compensare i periodi magri dell’anno. In quei giorni ho l’impressione che il popolo si dimentichi di tutto, sia del dolore sia del lavoro, e che diventi come un bambino. Per i più piccoli è un giorno di vacanza, è l’orrore della scuola che viene rimandato di ventiquattr’ore.

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È un Primo Maggio di festa angosciosa, tra pandemia e guerra, un Primo Maggio ossimorico, una “festa senza gioia” come, all’inverso, è ossimorico “un mondo senza guerra”.

Allora pratichiamo fino in fondo questa contraddizione, giocando. Il gioco è quello inventato dai Surrealisti. A Parigi. Nel 1925. Si chiama cadavre exquis, cadavere squisito.

È un gioco che potete fare prima durante o dopo il pranzo del Primo Maggio. O quando vorrete. Scrivete un verso, una frase, qualche parola che vi venga in mente, senza pensarci troppo. Chi vi sta vicino non deve vedere ciò che scrivete. Radunate i foglietti, mescolateli e disponeteli in sequenza. Avrete il vostro cadavere squisito, creato dall’inconscio collettivo, dalla psiche profonda che abita in ciascuno di noi, quindi in tutti e tutte.

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È consueto celebrare con enfasi la dedica del Decameron alle donne innamorate, che ha fatto parlare di un Boccaccio proto-femminista. Gli studiosi e le studiose, però, mentre hanno sottolineato questa inaudita apertura al mondo femminile, non hanno mancato di notare la vena misogina di alcune novelle (soprattutto nelle ultime tre giornate) o la riproposizione dell’immagine della filatrice entro le mura domestiche tipica della società medievale (e non solo): alle donne prive della guida dei maschi sono affibbiati aggettivi non proprio carini, come «mobili, riottose, sospettose, pusillanime e paurose» (Intr. 75).

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