Alessandro Manzoni: dall’Illuminismo al Cattolicesimo e al Romanticismo

Alessandro Manzoni nacque a Milano nel 1785, dal matrimonio di Giulia Beccaria, figlia di Cesare Beccaria (tra i massimi rappresentanti dell’Illuminismo europeo, autore del saggio Dei delitti e delle pene), con un gentiluomo di lei molto più anziano, il conte Pietro Manzoni. Secondo una diceria, ripresa spesso dai biografi, in realtà Manzoni sarebbe nato dalla relazione extraconiugale della madre con Giovanni Verri, minore dei fratelli Verri, esponenti di spicco dell’Illuminismo milanese. A causa dei dissidi fra i genitori e del disinteresse della madre, fu educato in collegi cattolici, a Merate, Lugano e Milano.

La sua formazione illuministica lo porta ad aderire agli ideali della Rivoluzione francese, come dimostrano le poesie civili che pubblica in gioventù, a partire dal poemetto che compone a sedici anni, Del trionfo della libertà, in cui critica la reazione dei governi agli ideali rivoluzionari, celebra il patriottismo e la dignità umana. Dal 1801 al 1804 vive nella casa milanese del padre, poi, nel 1805, raggiunge a Parigi la madre, rimasta sola dopo la morte di Carlo Imbonati con cui lei conviveva. Per ricordarlo Manzoni scrive la poesia In morte di Carlo Imbonati, in cui esprime il proposito di fare della letteratura il veicolo di diffusione dei più alti valori morali. A Parigi, dove rimane fino al 1810, frequenta gli ambienti illuministi più avanzati del tempo. Nel 1808 sposa a Milano, con rito calvinista, Enrichetta Blondel, che nel 1810 dal Calvinismo si convertì al Cattolicesimo, sotto la guida spirituale dell’abate Eustachio Degola, il quale aveva posizioni gianseniste, vicine all’idea di Lutero e Calvino, secondo cui la salvezza non dipende tanto dall’uomo quanto dalla grazia divina. Anche Manzoni assisteva con la moglie alle conferenze di Degola e nel 1810 anche lo scrittore si converte, celebrando di nuovo il matrimonio, con rito cattolico. Non sappiamo con certezza perché Manzoni si convertì, non avendolo mai spiegato, a causa del suo riserbo. Non è certo che risponda al vero il racconto di alcuni suoi amici, secondo cui la conversione sarebbe avvenuta nella chiesa di San Rocco a Parigi, nell’aprile 1810, dopo aver perso la moglie nei festeggiamenti per il matrimonio di Napoleone, essersi rifugiato nella chiesa, preso da agorafobia, e avere pregato Dio la grazia di ritrovare la moglie, come prova della sua esistenza. Nel 1816, quando viene pubblicato in Italia, nella rivista «Biblioteca italiana», il saggio Sulla maniera e l’utilità delle traduzioni di Madame De Staël, che invita i letterati italiani ad aprirsi alla letteratura romantica tedesca e a tradurla, Manzoni aderisce al Romanticismo, interpretandolo a modo suo, come scopriremo più avanti.

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