Mia Giulia, quant’è commovente la semplicità della vostra lettera! Come ci si rispecchia bene la serenità d’un’anima innocente, e la tenera sollecitudine dell’amore! I vostri pensieri s’esprimono senz’artificio e senza fatica; comunicano al cuore una deliziosa impressione che uno stile ricercato non produce. Voi affermate invincibili ragioni con un tono così semplice che bisogna farci riflessione per sentirne la forza, e i sentimenti elevati vi costano così poco che si è indotti a scambiarli per pensieri comuni. Ah sì, senza dubbio, tocca a voi regolare i nostri destini; non è un diritto che vi concedo, è una giustizia che vi domando; la vostra ragione deve risarcirmi del male che avete fatto alla mia. Da questo momento vi affido per sempre il dominio della mia volontà: disponete di me come di un uomo che non è più niente per sé, e la cui esistenza non dipende che da voi. Siate certa che manterrò l’impegno che assumo, qualsiasi cosa mi prescriviate. O diventerò migliore, o voi sarete più felice: dappertutto vedo la ricompensa della mia ubbidienza. Vi affido dunque senza riserve la cura della nostra comune felicità; fate la vostra, e avrete fatto tutto. Quanto a me, che non sono capace di dimenticarvi un solo istante, né pensare a voi senza slanci che pur bisogna vincere, attenderò unicamente a quelle cure che m’avrete imposte.
Dopo un anno che studiamo insieme, non abbiamo fatto che letture disordinate e quasi a caso, più per provare il vostro gusto che per istruirlo. Per altro il turbamento della nostra anima non ci concedeva alcuna libertà di spirito. Gli occhi mal si applicavano al libro, la bocca ne pronunciava le parole ma l’attenzione era assente. La vostra cuginetta, non così preoccupata, ci rinfacciava la nostra disattenzione, e si concedeva il facile onore di precederci. Insensibilmente è diventata il maestro del maestro, e anche se talvolta abbiamo riso delle sue pretese, in fondo è la sola dei tre che sappia qualche cosa di quanto abbiamo imparato.
Per riacquistare il tempo perduto (ah, Giulia, mai ce ne fu di meglio impiegato?) ho steso una specie di piano che dovrebbe riparare col metodo il danno che le distrazioni hanno fatto al sapere. Ve lo mando; fra poco lo leggeremo insieme, qui mi limito a qualche leggera osservazione.